SPRECO DELLE RISORSE IDRICHE: IMPATTI E SOLUZIONI
Lo sfruttamento eccessivo delle risorse idriche interessa oggi diversi settori produttivi, la cui gestione responsabile è ormai imprescindibile per mitigare il loro impatto ambientale e promuovere uno sviluppo sostenibile a lungo termine.
L’acqua: un bene essenziale, ma spesso trascurato e dissipato
L’acqua è un bene essenziale, fondamentale per la sopravvivenza stessa dell’uomo e del Pianeta, ma tanto più è diventata una risorsa critica, quanto più viene data per scontata e spesso dissipata. Lo spreco dell’acqua è un problema che affligge sempre di più l'intera umanità, intensificato da cambiamenti climatici, surriscaldamento globale, inquinamento e rapida crescita demografica, e anche in Italia sta prendendo sempre più la forma di una vera e propria emergenza. Secondo gli ultimi dati raccolti da ISTAT, in Italia si sprecano più di 157 litri d’acqua pro capite al giorno, soprattutto a causa di un’infrastruttura di distribuzione poco efficiente, perdendo in fase di distribuzione quasi il 43% dell’acqua che viene immessa in acquedotto: su un totale di volumi immessi di circa 8 miliardi di m3, lo spreco dell’acqua ammonta a circa 3,4 miliardi di m3.
È opportuno, però, distinguere tra spreco dell’acqua e impronta idrica, dove il primo si riferisce all'utilizzo inefficiente delle risorse idriche, dovuto a guasti nelle condutture, irrigazioni non ottimizzate, o un uso eccessivo in generale. Il concetto di impronta idrica, invece, sta emergendo solo negli ultimi tempi e rappresenta il volume totale di risorse idriche dolci richieste direttamente o indirettamente lungo l'intera catena del valore, dall'inizio alla fine del ciclo di vita di un prodotto o servizio. In quest’ottica, per calcolare l’impronta idrica e gli impatti ambientali complessivi vengono utilizzate tecniche di Life Cycle Assessment (LCA), con le quali identificare inefficienze produttive e stabilire gli strumenti e le soluzioni ad hoc da utilizzare per ridurre l’impatto ambientale del consumo idrico e rendere più sostenibili le attività che prevedono un grande consumo d’acqua.
Se vuoi saperne di più, leggi ⇒ Ecodesign ed economia circolare: novità e vantaggi
Salvaguardare l’acqua: la sfida del Blue Deal europeo
Secondo i dati dell’ONU, si prevede che entro il 2030 il 40% delle persone potrebbe trovare difficoltà ad avere libero accesso alle risorse idriche. Al contrario, l’utilizzo dell’acqua è cresciuto di circa sei volte a livello globale negli ultimi 100 anni e la domanda di acqua in ambito urbano è destinata a crescere dell’80% entro metà secolo. Complici i cambiamenti climatici e il costante aumento demografico, per cui la popolazione mondiale potrebbe raggiungere i 10 miliardi nel 2050, si capisce bene quanto questa prospettiva così contrastante imponga un impegno collettivo e azioni coordinate a livello internazionale volte a preservare e utilizzare l’acqua in modo più consapevole.
A questo proposito, lo scorso mese il CESE, Comitato Economico e Sociale Europeo, ha presentato il suo piano di proposta di istituzione di un Blue Deal Europeo, con 15 principi guida e 21 azioni concrete per il periodo 2028-2034, con l’obiettivo di portare all’attenzione globale quanto sia urgente la definizione di strategie e misure concrete per ridurre lo sfruttamento delle risorse idriche per favorire azioni volte al risparmio idrico, sottolineando che:
“Il quadro strategico attuale dell'UE non è adatto allo scopo e deve essere aggiornato con la stessa determinazione con cui l'UE ha affrontato la crisi climatica attraverso il Green Deal europeo […]. L’Europa può trasformare le sfide legate all’acqua in nuove opportunità per lo sviluppo tecnologico, il progresso sociale, la creazione di nuovi posti di lavoro, le competenze e la crescita delle imprese, nel rispetto dell’ambiente”,
come ha dichiarato il Presidente del Comitato, Oliver Röpke.
A livello europeo, salvaguardare l’acqua è una delle priorità attuali più discusse. Tra gli SDGs, l’Obiettivo 6 dell’Agenda2030 intende “Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico sanitarie” e l’Obiettivo 14 impone di “Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile”. Stabilire degli standard a livello comunitario consente di condurre le aziende e i settori produttivi tutti ad abbracciare un modello di business sensibile alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica e al risparmio idrico, affinché siano più consapevoli dell’impatto delle proprie attività e che siano più trasparenti nel comunicarla, nel rispetto dell’ambiente e degli stakeholder coinvolti, oggi sempre più interessati dagli aspetti ESG.
Se vuoi approfondire, leggi anche ⇒ Direttiva CSRD: come impatterà sulle aziende?
Spreco dell’acqua: l’impatto di alcuni settori produttivi e le soluzioni per un risparmio idrico
Lo sfruttamento eccessivo delle risorse idriche rappresenta un tema critico che coinvolge diversi settori produttivi, la cui gestione sostenibile è diventata ormai inevitabile per garantire la preservazione delle risorse naturali e mitigare il loro impatto ambientale, al fine di costruire un futuro più resiliente per le generazioni a venire.
Il settore tessile è tra i più impattanti a livello di consumo di acqua e i dati parlano chiaro: secondo i dati della EEA (European Environment Agency), solo nel 2020 ha richiesto circa 4 miliardi di m3 di acqua blu (acqua superficiale o sotterranea consumata o evaporata durante l’irrigazione, processi industriali o uso domestico) per produrre quasi 7 milioni di tonnellate di prodotti tessili finiti. Inoltre, si stima che per la cura dei capi, dopo l’acquisto, si consumino ulteriori 20 miliardi di m3 di acqua all’anno. Per contrastare questo enorme spreco dell’acqua e ridurne l’inquinamento, (è in aumento il numero di capi realizzati con fibre sintetiche che rilasciano nell’acqua microplastiche dannose per la salute dell’uomo e per l’ambiente), le soluzioni per un risparmio idrico sono una progettazione ecocompatibile, una più capillare raccolta differenziata e un più efficiente riciclo dei tessuti, associati alla responsabilità estesa del produttore.
L’agricoltura consuma circa 16 miliardi di m3 di acqua ogni anno. È un settore duramente colpito da crisi climatica, siccità ed erosione dei suoli, tutti fenomeni che contribuiscono alla progressiva perdita di terreni agricoli fertili: in media ogni anno se ne perdono circa 10 tonnellate per ogni ettaro di terra. Inoltre, è un settore che comporta notevoli sprechi alimentari (circa il 26% su una produzione di circa 4,2 milioni di tonnellate nel 2022), responsabili, secondo la FAO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, della dispersione di circa 253 Km3 di acqua potabile. Le più recenti tecnologie, dalle stazioni meteo ai sensori di umidità, sistemi di monitoraggio basati su IoT e intelligenza artificiale, così come tecniche di irrigazione di precisione, il trattamento delle acque reflue e il recupero dei sottoprodotti utili in campo agricolo, consentono di ottenere un risparmio idrico fino al 20%.
Tra i settori che consumano notevoli quantità d’acqua è da citare anche quello legato alla produzione di plastica, dove per fabbricarne 1 kg occorrono circa 180 litri di acqua. Considerando che ogni anno in Italia vengono utilizzate oltre 7 milioni di tonnellate di plastica, lo spreco dell’acqua totale ammonta a quasi 1,3 miliardi di m3 ogni all’anno. Le soluzioni per un risparmio idrico associato alla plastica prevedono a monte la riduzione dei rifiuti da imballaggio e pratiche di riutilizzo del packaging riciclabile, favorendo così una diminuzione dello spreco idrico ed energetico.
Come può aiutarti BEAWaRe?
Hai un’azienda che produce rifiuti ma non sai come aumentare la tua sostenibilità?
BeTRACK è la soluzione ideale per:
- Supporto all’economia circolare: per valorizzare i tuoi rifiuti come sottoprodotti, end of waste e donazioni da reinserire nell’economia circolare;
- Gestione automatizzata della burocrazia dei rifiuti: per risparmiare i tempi e tenere in ordine i registri digitalizzati;
- Analisi della produzione: per identificare inefficienze produttive e stabilire insieme strategie ideali per ridurre la quantità di rifiuti e sprechi;
- Definizione metriche ESG: per misurare la CO2eq risparmiata e l’efficacia delle strategie adottate.
Avrai il supporto costante di un consulente ambientale che garantisce la massima professionalità e il pieno rispetto della normativa vigente.
Vuoi saperne di più? Prenota con noi una demo gratuita e senza impegno, contattaci per ulteriori informazioni e continua a seguirci sul nostro sito beawarecircular.eu
23/11/2023