CONSULENTE AMBIENTALE: PARTNER DELLA SOSTENIBILITA'
In un’epoca in cui la sostenibilità ambientale ed economica sono diventate un elemento chiave per il successo a lungo termine, il consulente ambientale gioca un ruolo cruciale nel sostenere le aziende nella transizione verso modelli economici più responsabili, dove l’efficienza delle strategie si sposa con la minimizzazione degli impatti ambientali.
Scopriamo insieme questa figura professionale ormai così importante nel panorama green!
Chi è il consulente ambientale: responsabilità, qualifiche e competenze richieste
La figura del consulente ambientale ha iniziato ad emergere in modo sempre più definito soltanto negli ultimi decenni, a seguito del crescente interesse globale per le questioni ambientali e la sostenibilità. Con l’adozione di leggi e regolamenti sempre più rigorosi e l’aumento della consapevolezza dei cambiamenti climatici e delle sfide ecologiche ormai inevitabili, quella del consulente ambientale è una professione che si è andata via via specializzando, complice anche il progresso tecnologico, la differenziazione dei settori e le molteplici implicazioni e complessità nella gestione ambientale.
È una figura professionale polivalente e può avere ogni volta una specializzazione diversa, che va dalla giurisprudenza all’economia, dalle scienze naturali all’ingegneria gestionale. In ogni caso le sue competenze sono finalizzate a sostenere le aziende, ma anche organizzazioni o enti governativi, nel miglioramento dei processi aziendali, attraverso la valutazione dell'impatto ambientale, la pianificazione strategica, la consulenza e il monitoraggio delle performance, la formazione e la sensibilizzazione del personale aziendale e il rispetto della compliance normativa. Grazie a soluzioni specifiche garantisce che ogni attività economica sia svolta in modo sostenibile e che si possa migliorare il rendimento dell’azienda e, insieme, limitare l’impatto delle proprie operazioni.
Conformità normativa e regolamenti UE in ambito waste
In ambito waste management il consulente ambientale, forte di una conoscenza giuridica approfondita, si occupa della gestione documentale dei rifiuti in conformità con la normativa e con i regolamenti UE, e può dare il proprio supporto nella compilazione del MUD (quest’anno prorogato eccezionalmente all’8 luglio), FIR e Registri di Carico e Scarico. Inoltre, valuta i rischi di compliance legati a questioni ambientali, sociali e di governance e sviluppa piani di mitigazione per affrontarli, supporta le aziende nell’ottenimento di autorizzazioni e certificazioni per lo svolgimento delle attività e nella gestione dei successivi adempimenti necessari prescritti.
Il consulente ambientale è una figura chiave nel supportare le organizzazioni a rispettare i principali standard europei di circolarità, finalizzati alla misurazione dell’impatto generato dalle proprie azioni e indispensabili per l’individuazione di nuove opportunità di business circolare e investimenti sostenibili.
Se vuoi approfondire, leggi ⇒ Standard europei di circolarità e regolamentazione: come impattano sulle aziende, in “Investimenti ESG e finanza sostenibile”
Il consulente ambientale può occuparsi anche della “valutazione di conformità al principio “Do no significant harm” (DNSH): ai sensi del Regolamento UE 2020/852 “Tassonomia per la finanza sostenibile”, è previsto che ogni attività economica non arrechi danno a nessuno degli Obiettivi Ambientali, ma anzi vi possa contribuire in maniera sostanziale. È un principio fondamentale affinché le attività, classificate come sostenibili, possano beneficiare di investimenti e sostegni comunitari, tra cui quelli previsti dal PNRR, e portare avanti obiettivi del Green Deal europeo e progetti green focalizzati sull’economia circolare, riduzione dell’inquinamento e dello sfruttamento delle risorse naturali e migliorare la sostenibilità delle aziende. Di questo principio vengono individuati sei criteri fondamentali:
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- Mitigazione dei cambiamenti climatici
- Adattamento ai cambiamenti climatici
- Uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine
- Transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti
- Prevenzione e riduzione dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua o del suolo
- Protezione e ripristino della biodiversità e della salute degli eco-sistemi
Il consulente ambientale diventa quindi l’intermediario tra le imprese e le istituzioni nella delicata comprensione e garanzia del rispetto del quadro normativo ambientale e fornendo supporto concreto nella pianificazione di strategie atte a condurre lo sviluppo del business sotto il segno della sostenibilità economica e ambientale, grazie all’integrazione dei criteri ESG nei processi decisionali. È una figura che intende comunicare valori improntati alla circolarità e all’innovazione tecnologica, e lavora affinché la cultura della sostenibilità venga eletta da un numero sempre crescente di imprese. In questo senso, ad esempio, circa l’80% delle aziende sanitarie dichiara di aver definito una strategia di sostenibilità aziendale o di essersi mobilitato per svilupparla, e in questo si rivela indispensabile la figura del consulente ambientale.
Se vuoi saperne di più, leggi anche ⇒ Criteri ESG e indicatori di performance per la sostenibilità aziendale
Campi di attività del consulente ambientale
L’attività del consulente ambientale presenta un’applicabilità molto varia nei settori che condividono l’esigenza o la volontà di combinare un aumento di rendimento e produttività con una replicabilità sostenibile a lungo termine. I settori che non possono più prescindere dal suo operato sono in primis quelli che lavorano nelle energie rinnovabili, edilizia e costruzioni, urbanistica e trasporti, settore tessile e alimentare e nella gestione delle risorse idriche e più in generale opera in tutti quei campi che necessitano di un supporto nella redazione della modulistica e ottenimento di autorizzazioni e certificazioni previste dalle leggi vigenti, supportando le aziende nell’allinearsi con una normativa molto complessa e in continua evoluzione e che ha visto da poco l’entrata in vigore del RENTRi, il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti.
In generale, la figura fornisce consulenza alle aziende affinché sia garantito il rispetto delle normative, e si riduca il proprio impatto ambientale sia attraverso lo sviluppo di pratiche sostenibili che attraverso l’analisi e l’adozione strategico-preventiva di forme di contenimento di potenziali impatti riguardanti tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto (LCA), dall’approvvigionamento delle materie prime alla lavorazione, fino alla gestione e smaltimento dei rifiuti industriali, in particolare i rifiuti pericolosi, garantendone la minimizzazione degli impatti ambientali e la valutazione dei rischi per la salute umana associati.
Se vuoi approfondire, leggi ⇒ Come gestire i tuoi rifiuti pericolosi
In merito a questi ultimi, può collaborare con le imprese che operano nel commercio dei metalli e recupero di rottami ferrosi per la consulenza nella redazione di pratiche burocratiche inerenti End of waste e sottoprodotti riutilizzabili, normati dalla direttiva CE n. 98/2008 in materia di rifiuti e in Italia dal D.lgs. n. 152/2006 (art.184-ter). Per le aziende che operano nel settore farmaceutico può migliorare l’impatto ambientale e la sicurezza dei processi produttivi, monitorando le prestazioni e la gestione dei rifiuti sanitari e rifiuti chimici pericolosi, compresi la raccolta, il trattamento e lo smaltimento ai sensi del D.P.R. 254/2003 e del D.lgs. 152/2006. Per quanto riguarda i gestori di rifiuti, il consulente ambientale si occupa di identificare opportunità di riciclo, recupero energetico o altre pratiche sostenibili per ridurre l'impatto ambientale dei rifiuti e organizzare piani di contenimento di costi e risorse, oltre che occuparsi di compliance normativa.
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Il consulente ambientale: i vantaggi per le aziende
L’apporto del consulente ambientale si rivela sempre più necessario, anzi indispensabile, soprattutto quando i processi produttivi dell’azienda corrono il rischio di tradursi in un significativo impatto ambientale, che va minimizzato il più possibile. Ed è il motivo per cui il mercato della consulenza ESG ha assistito negli ultimi anni ad una crescita esponenziale: secondo uno studio di Growth Market Reports, si passerà dagli 8,8 miliardi di euro registrati nel 2022 ai 14,1 miliardi di dollari stimati a livello globale entro la fine del 2031.
Tra i vantaggi che un’azienda può trarre da questa collaborazione, assolutamente proficua, troviamo:
- riduzione dei costi e ottimizzazione risorse e tempi operativi grazie all’individuazione di aspetti critici e inefficienze;
- conformità normativa per non incorrere in ecoreati e illeciti (il riferimento è la L. 68/2015 contro inquinamento, disastro ambientale, abbandono e traffico illecito di materiale ad alta radioattività, impedimento al controllo e/o omessa bonifica);
- consolidamento della reputazione aziendale e più fiducia nei consumatori e nei clienti, sempre più attenti alla green identity di un’azienda;
- rilascio certificazioni ambientali più conosciute a livello europeo, come l'EDP, la CFP e la PEF, ISO 14024 e ISO 14021;
- accesso a finanziamenti sostenibili e incentivi.
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28/09/2023