DA RIFIUTO A RISORSA: L'EDILIZIA SOSTENIBILE
Il settore edile ha oggi un forte impatto sull'ambiente e contribuisce in modo significativo alle emissioni inquinanti e al consumo di risorse naturali e di materie prime. Tuttavia, grazie ad un utilizzo sempre più ampio di sottoprodotti, aggregati recuperati ed End of Waste, il cui decreto è ancora oggetto di consultazioni, il settore dell’edilizia ha la possibilità di aprirsi a scenari inediti per contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale, riducendo il ricorso alla discarica e aumentando i volumi recuperati e reimmessi nel mercato dell’economia circolare, dove il rifiuto di un’impresa può diventare la risorsa di un’altra.
Edilizia: statistiche di un settore ad alto consumo energetico
Quello edile rappresenta oggi uno dei settori più energivori e a più alto impatto ambientale: il Circularity Gap Report 2023 sottolinea che il settore, che necessita di ingenti quantità di risorse naturali, energia e materie prime, arriva a consumare circa 100 miliardi di tonnellate di materiali l’anno a livello globale, tra minerali, metalli, fossili e biomasse. Secondo i dati diffusi dalle Nazioni Unite, attualmente il settore delle costruzioni è responsabile del 36% del consumo energetico globale e di circa il 40% delle emissioni a livello mondiale, generando il 40% dei rifiuti totali prodotti.
Dopo il fermo delle attività dovuto alla crisi economica determinata dalla pandemia da Covid-19, a seguito della chiusura dei cantieri, come riportato dal “Rapporto Rifiuti Speciali Edizione 2023” di ISPRA, pubblicato a luglio, nel 2021 la produzione dei rifiuti speciali è tornata a crescere, arrivando a circa 165 milioni di tonnellate, di cui quasi la metà, il 47,7%, provengono dalle attività di costruzione e demolizione, segnando un +12,2% rispetto all’anno precedente. Oltre al forte fabbisogno energetico, il settore richiede anche un’adeguata rete di infrastrutture e mezzi di trasporto idonei per caratteristiche e conformi alla normativa, necessari sia agli spostamenti che alle fattive attività. Tutto questo concorre a generare un significativo impatto ambientale, raggiungendo la cifra record di 10 miliardi di tonnellate di CO2 totale prodotta.
L’edilizia sostenibile rappresenta un obiettivo molto sfidante ma che vale davvero la pena di perseguire. L’Italia recupera l’80,1% dei rifiuti edili, collocandosi tra i Paesi migliori d’Europa, superando anche l’obiettivo fissato dalla direttiva CE 98/2008, ma secondo ANPAR e NADECO “quasi la metà dei prodotti recuperati resta inutilizzato”. È importante, perciò, implementare le strategie e soluzioni alternative a lungo termine che possano portare davvero ad una significativa riduzione dei consumi e della produzione di rifiuti. Le categorie si dicono pronte, ma è necessario, prima di tutto, costruire un quadro normativo definitivo.
Decreto End of Waste e terre e rocce da scavo: semplificazione e incentivo al riutilizzo
Il Decreto End of Waste (DM 152/22), in vigore da novembre 2022 e di recente oggetto di consultazioni e revisioni, è chiamato a proprio a incentivare un più ampio utilizzo dei rifiuti inerti e a semplificare il recupero dei materiali edili da demolizione (CER 170904). Il Ministero dell’Ambiente ha presentato una proposta di regolamento per semplificare la gestione delle terre e rocce da scavo, qualificabili come sottoprodotti e non come rifiuti, qualora soddisfino le condizioni e i requisiti previsti dall’art. 184-bis del D.lgs. 152/2006 e dall’art. 4 del DPR 120/2017. Tra le principali novità vi sono semplificazioni amministrative, agevolazioni per il riutilizzo dei materiali da scavo e semplificazioni relative al trasporto di tali risorse, in linea con gli obiettivi di sicurezza energetica e potenziamento dell’edilizia sostenibile previsti dal PNRR.
Se vuoi saperne di più, leggi anche ⇒ I materiali ferrosi nell’economia circolare e Il sottoprodotto nell’economia circolare
Recupero materiali edili da demolizione
I rifiuti inerti includono alcune tipologie di materiali, come sabbia, ghiaia, calcinacci e macerie; argilla espansa, vermiculite, conglomerati cementizi e bituminosi e cemento; mattoni, mattonelle e ceramiche, intonaci e in generale, residui di lavorazione e rifiuti misti non pericolosi (codice CER 170904) provenienti dal recupero di materiali edili da demolizione o da cantieri in costruzione, da cui si ottengono aggregati di recupero di varia granulometria con prestazioni analoghe a quelli provenienti dalle cave. In Italia la percentuale del riciclo dei rifiuti inerti è aumentata del 75% grazie all’adozione di nuove strategie volte a favorirne il reimpiego in opere pubbliche. Il riciclo presuppone, tuttavia, alcune condizioni: l’accurato smaltimento dei materiali pericolosi, che vengono separati da legno, vetro, plastica e metalli; il conferimento in depositi temporanei o depositi preliminari alla raccolta presso le aree di pertinenza dei punti di vendita dei relativi prodotti. In questo modo si ottengono rifiuti rivalorizzati in preziose risorse, ovvero materie prime secondarie riutilizzabili e conformi alle norme vigenti.
Soluzioni per il riciclo dei rifiuti inerti: un’edilizia sostenibile è possibile?
La sostenibilità nell'edilizia è semplificata grazie a strumenti come l'eco-progettazione sostenibile in BIM e i Criteri Minimi Ambientali (CAM), che contribuiscono a mitigare l'impatto ambientale, promuovono una gestione più responsabile delle risorse e individuano soluzioni progettuali, prodotti e servizi che rispettano l'intero ciclo di vita dell'opera edilizia.
Alcuni esempi dimostrano le fattive potenzialità di un’edilizia sostenibile, dove possano unirsi etica e innovazione, recupero di materiali edili da demolizione e riduzione dell’impatto ambientale, come nel caso del Palaghiaccio di Torino: costruito in previsione delle Olimpiadi Invernali 2006, rappresenta un grande esempio di riutilizzo di materiali riciclati a seguito di un’attività di demolizione, dove circa 20.000 m3 di aggregati riciclati sono stati riutilizzati per la realizzazione di tutto il sottofondo sia interno che esterno alla struttura.
Anche la scelta dei materiali da usare risulta essenziale ai fini di una strategia di sostenibilità efficace a lungo termine. Un esempio è rappresentato dal calcestruzzo, una parte del quale, circa il 3% del totale, è rappresentato dal calcestruzzo reso, che di norma ritorna all’impianto di produzione e destinato allo smaltimento. Ma 1 m3 di calcestruzzo reso e smaltito in discarica è responsabile della produzione di quasi 105 milioni di tonnellate di CO2. La soluzione è optare per un calcestruzzo ecosostenibile prodotto da scarti e aggregati in argilla recuperati da demolizioni di edifici o inserire additivi che lo rendano meno impattante, producendo “solo” 6,75 kg di CO2/m3, quasi 40 volte in meno rispetto allo smaltimento in discarica.
Edilizia sostenibile: benefici per le imprese e per il pianeta
Rendere l'edilizia sostenibile è possibile attraverso un approccio strategico che incontri le esigenze del mercato e che conduca al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 e indirizzato all’implementazione di investimenti sostenibili e virtuose politiche ESG, per un futuro migliore per il pianeta e per una crescita responsabile delle aziende. “Il riciclo degli inerti consentirà davvero al settore di affermarsi come traino per lo sviluppo dell’economia circolare, garantendo più volumi recuperati e reimmessi sul mercato e meno discarica, a vantaggio di molteplici filiere che hanno un peso importante in Italia”, ha sottolineato il Viceministro del MASE Vannia Gava durante l’incontro di ANPAR intitolato “Riciclo Rifiuti Inerti - traino dell’Economia Circolare”, svoltosi a Roma il 12 ottobre scorso. L’edilizia sostenibile rappresenta per le aziende una straordinaria opportunità per rispondere alle crescenti sfide ambientali generando anche benefici economici e un certo vantaggio competitivo: il recupero dei materiali edili da demolizione e il riutilizzo permettono di ridurre lo sfruttamento di materie prime e di energia; evitare il ricorso allo smaltimento consente di ridurre la produzione di agenti inquinanti e il risparmio di tonnellate di CO2; la condivisione circolare delle materie tra le aziende favorisce l’ abbattimento degli sprechi e un notevole risparmio economico.
È un dovere, oltre che un obiettivo comune, utilizzare materiale riciclato, riutilizzare gli scarti produttivi, gestire in modo consapevole i rifiuti e ridurre il consumo energetico e il ricorso alle materie prime. Ma come rendi possibile tutto questo?
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26/10/2023