RAEE: SI PUO' GUADAGNARE DAI RIFIUTI ELETTRONICI?
Lo sviluppo tecnologico e le esigenze di una società sempre più consumistica e schiava dell’usa e getta hanno determinato l’aumento vertiginoso della produzione dei RAEE, rifiuti elettrici ed elettronici, che impattano gravemente sulla salute dell’uomo e mettono in crisi il delicato equilibrio degli ecosistemi, oltre a danneggiare l’economia.
Ma guadagnare dai rifiuti elettronici oggi si può: grazie a forme di riuso e riciclo, i rifiuti elettronici prodotti da un’azienda possono diventare preziose risorse per altre realtà, contribuendo così alla riduzione dei consumi e delle emissioni e riducendo lo sfruttamento delle materie prime e la quantità di rifiuti prodotti.
RAEE in aumento: il lato oscuro dello sviluppo tecnologico
Il grande progresso tecnologico degli ultimi decenni ha portato con sé numerosi benefici: una maggiore produttività, un grado di connettività e di comunicazione sempre più avanzato, la possibilità di accedere rapidamente all’informazione anche in tempo reale, trasporti più innovativi e aziende più competitive e aperte al cambiamento. Ma esiste anche un lato oscuro silenzioso, un’inesorabile rovescio della medaglia, dettato dalla crescente produzione dei RAEE, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, detti anche electronic waste o e-waste. Una grandissima fetta di prodotti in commercio, a fine vita, generano una massiccia quantità di rifiuti elettronici: computer e cellulari, elettrodomestici come lavatrici, frigoriferi, forni e condizionatori, senza dimenticare dispositivi luminosi ed elettrici, ma anche tutti quei piccoli oggetti, come cuffiette, caricabatterie, pennette USB, videogiochi, telecomandi e orologi, che spesso rimangono inutilizzati nelle nostre case e che alla fine preferiamo buttare invece che riparare. Secondo il Global E-waste Monitor 2020 delle Nazioni Unite, nel 2019 in tutto il mondo sono stati generati 53,6 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, segnando un +21% in soli cinque anni, sfiorando poi le 60 milioni di tonnellate nel 2022. I più recenti studi prevedono che i rifiuti elettronici arriveranno a 74 milioni di tonnellate entro il 2030, imponendosi come la tipologia di scarti con la più rapida crescita al mondo.
Ma quali sono le principali cause della produzione dei rifiuti elettronici e qual è l’impatto generato?
Questo fenomeno è alimentato da diversi fattori, tra cui l'obsolescenza programmata dei dispositivi, l'ampio consumismo che spinge al continuo aggiornamento e la diffusione di prodotti elettronici usa e getta. L'accumulo dei rifiuti elettronici costituisce, di conseguenza, una minaccia significativa per l'ambiente e la salute, a causa della dispersione di componenti potenzialmente dannose e tossiche, come metalli pesanti e sostanze chimiche nocive. Inoltre, il trasporto dei RAEE attraverso lunghe distanze comporta un ulteriore impatto ambientale, aumentando le emissioni di carbonio e il consumo di risorse.
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Il quadro normativo dei RAEE
Ai sensi del D.lgs. 152/2006, per RAEE si intendono apparecchiature elettriche ed elettroniche che rientrano nella fattispecie dell’art.183, inclusi tutti i componenti, sottoinsiemi e materiali di consumo che sono parte integrante del prodotto nel momento in cui il detentore se ne disfi, abbia intenzione o l’obbligo di disfarsene. Il quadro normativo è quello della direttiva UE 2019/19 sui RAEE, poi modificata dalla 2018/851 per effetto delle misure europee sull’economia circolare, al fine di promuovere attività di riparazione e riutilizzo dei materiali.
Il caso degli e-commerce rende bene l’idea della sovrapproduzione di rifiuti RAEE, e di quanto sia importante la corretta gestione e smaltimento dei rifiuti elettronici. Secondo il sondaggio di febbraio 2023 riportato nel “Report annuale sull’e-commerce italiano” pubblicato da Idealo, gli acquisti online di prodotti elettronici ammontano al 62%, considerando proprio quelle categorie di prodotti che tendiamo a cambiare più spesso per stare al passo con le mode o perché ad un certo punto presentano malfunzionamenti. E alla fine, per svariate ragioni, si preferisce buttare i prodotti anziché provare a ripararli. Per provare ad arginare il problema, il MASE ha stipulato un accordo con Amazon e i consorzi ERP Italia, Erion WEEE ed Erion Energy per la sperimentazione di un modello di Responsabilità Estesa del Produttore per i marketplace online, (in particolare, per il recupero di pile e batterie), i cui frutti sono già visibili: 330 tonnellate di rifiuti (pile e caricabatterie portatili) sono state correttamente gestite nel rispetto dell’ambiente. L’obiettivo è facilitare il rispetto della normativa vigente, considerando anche le novità sul fronte MUD (quest’anno eccezionalmente fissato l’8 luglio 2023), nel quale, nella comunicazione di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, è stata inserita una casella che il gestore di un impianto di trattamento RAEE deve barrare in caso riceva il rifiuto da un distributore.
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I benefici dell’economia circolare: guadagnare dai rifiuti elettronici si può!
L’economia circolare ha un ruolo determinante nella corretta gestione dei RAEE. Per arginare il forte impatto dei RAEE a livello ambientale ed economico, è un dovere rafforzare alcune pratiche di produzione e gestione sostenibile dei rifiuti RAEE. Il principio della Responsabilità Estesa del Produttore stabilisce che chi realizza o importa un bene deve occuparsi del prodotto immesso al consumo sia durante il suo ciclo di vita e sia quando diventa rifiuto. L’impegno è quindi innanzitutto dal punto di vista progettuale: l’obiettivo è realizzare beni che siano preventivamente orientati alle 3 R - reimpiego, riciclo e recupero - e ai principi dell’eco-progettazione sostenibile. In questo modo si minimizza l’impiego di sostanze tossiche pericolose e si prevede fin dalla fase di progettazione un reimpiego dei prodotti come sottoprodotti ed End of Waste, per ridurre gli sprechi e il ricorso a nuove materie prime. In seguito, vengono rafforzate misure dal punto di vista gestionale ed economico, curando le operazioni di raccolta differenziata, cernita e trattamento sempre nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute dell’uomo.
Tra i maggiori vantaggi economici e ambientali del recupero dei RAEE:
- Risparmio sui costi di produzione: riusare i componenti elettronici e procedere alla riparazione dei dispositivi significa ridurre i costi di produzione per le aziende, poiché non è necessario estrarre nuove materie prime per la fabbricazione di nuovi prodotti. Possono essere salvati molti materiali anche preziosi e in via di esaurimento, come oro e rame, o come l’alluminio, ottimo radiatore termico e utilizzato nel campo dei connettori elettrici;
- Generazione di reddito grazie ai mercati secondari: grazie a forme di economia circolare, oggi guadagnare dai rifiuti elettronici è possibile: la rivendita di prodotti o dispositivi ricondizionati, o anche dei singoli componenti o elementi metallici, può generare nuove entrate per le imprese;
- Riduzione rifiuti: il riuso e il ricondizionamento dei RAEE riducono la quantità di rifiuti elettronici che finisce in discarica, contribuendo a ridurre l'inquinamento e la pressione sui siti di smaltimento;
- Riduzione sfruttamento materie prime: il riuso e il riciclo dei componenti contribuisce a preservare le già precarie risorse preziose e a diminuire l’impatto sugli ecosistemi;
- Minori emissioni: il riciclo permette una riduzione delle emissioni di carbonio dovute all’estrazione e alla produzione, ma anche ai trasporti e allo smaltimento dei rifiuti elettronici.
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Raccolta e smaltimento dei rifiuti elettronici: il coinvolgimento del consumatore
L’ International E-waste Day tenutosi il 14 ottobre scorso con lo slogan "Puoi riciclare qualsiasi cosa abbia una spina, una batteria o un cavo" ci invita a riflettere sull’urgenza di sensibilizzare la popolazione riguardo alla corretta gestione dei rifiuti elettronici, ormai considerati nemici silenziosi ed “invisibili”, proprio perché trascurati: secondo le Nazioni Unite, nel 2023 ogni persona produrrà mediamente 8 kg di rifiuti elettronici, portando il totale a 61,3 milioni di tonnellate all'anno. Occorre perciò invertire la rotta, potenziare la raccolta e introdurre nuovi modelli di economia circolare.
Secondo il Centro di Coordinamento RAEE, il tasso di raccolta RAEE nel primo trimestre del 2023 si è attestato sulle 84.868 tonnellate, con un calo del 6,2% rispetto allo stesso periodo del 2022. Nonostante l’Italia stia facendo bene sul piano dell’economia circolare (tasso di riciclo dei rifiuti dell'83,2%, al di sopra della media europea del 39,2%), parlando di RAEE è al quartultimo posto in Europa con un tasso di riciclo del 32,1%, ben lontano dal target del 65% imposto dalla UE.
Anche la raccolta differenziata può avere un ruolo determinante nella riduzione dei rifiuti elettronici e concorrere alla riqualificazione degli spazi urbani. Nel 2021 i RAEE abbandonati sono stati circa 800.000 tonnellate. Quasi la metà finisce in giri d’affari criminali che valgono circa cento milioni di euro, procurando un danno incalcolabile sia dal punto di vista economico che ambientale.
Come può aiutarti BEAWaRe?
BeTRACK supporta anche le aziende che producono i RAEE nel semplificare la gestione dei rifiuti, snellire le pratiche burocratiche, migliorare la sostenibilità dei processi e generare nuovi ricavi riqualificando i rifiuti come sottoprodotti ed end of waste.
Come lo facciamo?
- Compilazione automatica della modulistica e automatizzazione delle pratiche burocratiche inerenti alla rivendita dei sottoprodotti;
- Analisi dei processi produttivi, consulenza ESG e definizione del modello di circolarità più adatto alla tua azienda;
- Individuazione partnership tecnologiche per favorire tutti i benefici dell’economia circolare.
Avrai il supporto costante di un consulente ambientale che garantisce la massima professionalità e il pieno rispetto della normativa vigente.
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02/11/2023